
Particolarmente diffuso nel sud-ovest della Francia, il gioco del palmo è l’antico gioco del tennis, ma giocato con le mani anziché con le racchette (almeno in origine), per questo motivo la pallina in realtà non è sferica ma ha piuttosto la forma di un prisma, in modo che possa essere afferrata facilmente. La ragione per la quale venivano utilizzate le mani era semplicemente che le racchette erano troppo care e solo i signori potevano permettersele mentre i poveri (o villani) erano costretti ad usare le mani. Da cui il detto “Giochi di mani, giochi da villani”, che esiste uguale anche in francese. Io ho sempre pensato che volesse dire che chi alza le mani è un maleducato…
Nel corso delle nostre vacanze nel Béarn, più precisamente a Pau, abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una partita dalla saletta degli spettatori, che è separata dal campo da un vetro molto spesso (e abbiamo capito rapidamente per quale motivo…).
Qui abbiamo fatto la conoscenza di un appassionato del posto che ci ha raccontato l’origine del gioco e, cosa ancora più interessante, ci ha fatto scoprire tutte le espressioni di lingua corrente che derivano proprio dal gioco del palmo.
Ecco il video che ho avuto l’autorizzazione di girare con il commento esplicativa del Signore in questione ( in francese). Eccone qualcuna che ho ritrascritto, traducendola, dal video ; alcune espressioni, come quella sopra, hanno un corrispettivo in italiano, mentre altre no :
- rester sur le carreau (quando il giocatore non ottiene la palla) : restare con un pugno di mosche in mano
- chassée croisée (i giocatori cambiano campo), da cui qui va à la chasse perd sa place
- tomber à pic (la palla cade dove non è possibile raccoglierla) : cadere a picco
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