
Ecco un posto che DOVETE assolutamente visitare se vi trovate nei pressi di Bordeaux, nella Gironda. E anche se venite da più lontano : la mia carissima amica americana Swati è venuta da New York, è rimasta solo 6 giorni ma non ha voluto perdere l’opportunità…
Saint-Emilion sembra uscita da un quadro di pittura paesaggistica olandese : è un piccolo villaggio di poco più di 1000 abitanti sui colli della Gironda, nella provincia dell’Aquitania.
Potrebbe assomigliare ad un piccolo borgo umbro, circondato da vigne a perdita d’occhio…e non a caso ! Trattasi del regno dell’omonimo vino, una delle marche più pregiate di Francia (oltre 800 proprietà vinicole). Intorno a Saint-Emilion si contano miriadi di proprietà vinicole eccezionali, molte delle quali fanno bed&breakfast e, a volte offrono anche la possibilità di ristorazione. Noi abbiamo scelto esattamente questa soluzione : un’esperienza fiabesca al castello Les Ormes-de-Pez (clicca qui per leggere l’articolo).
Un po' di storia

Occupato già 35000 anni fa, il villaggio gallo-romano di Ascumbas occupava quelle che ogni sono le vigne ai piedi dell’altura su cui oggi sorge il borgo.
Saint-Emilion inizia a svilupparsi nel Medioevo, grazie soprattutto alla fama del monaco bretone Emilio, che nel VIII°secolo sceglie la foresta dei Combes, che all’epoca ricopriva tutta la zona, come sua ultima residenza, dando così il nome all’attuale sito. Le sue opere di bene rendono il luogo meta di pellegrinaggio ed una comunità di monaci benedettini vi si instaura per gestire i pellegrinaggi.
Nel 1199, Giovanni Senza Terra, che governa all’epoca su tutta la regione, affida a dei notabili e dei magistrati della città l’amministrazione della città in cambio dei privilegi sui vini prodotti nelle sue vigne. Questa delegazione assume il nome di jurade. L’economia del villaggio è florida, grazie agli scambi commerciali con l’Inghilterra e con la vicina città di Bordeaux (clicca qui per leggere il mio articolo su Bordeaux).
Nal 1461, una volta tornata sotto l’autorità francese, Saint-Emilion continua a beneficiare dei privilegi accordatile dagli inglesi per tutto il periodo rinascimentale.
Nel 1948 i viticoltori “resuscitano” l’antica jurade sotto la forma di una confraternita la cui missione è la garanzia dell’autenticità e della qualità dei vini prodotti a Saint-Emilion. Essa rappresenta oggi l’emblema della viticoltura Saint Emilionese.
Cosa vedere :
Anche per i poveri astemi come me Saint-Emilion rappresenta una tappa assolutamente incontornabile se siete nei dintorni di Bordeaux : il suo patrimonio artistico è iscritto all’UNESCO e la sua tradizione gastronomica non ha più nulla da dimostrare. La qualità della vita è davvero dolce in questo gioiellino che racchiude tesori dell’architettura fra i più antichi di Francia e al tempo stesso può contare sulle ricche e attrattive attività vinicole che le hanno valso il privilegio di rientrare fra i produttori più conosciuti del mondo, tanto che la città gode di un gran numero di turisti tutto l’anno.
Dopodiché, chi dice molti turisti dice anche, ahimé, qualche trappola da evitare e impone un po’ di selezione nella scelta degli indirizzi dove mangiare e comprare. Ciò detto, per esserci stata più volte e in diversi periodi dell’anno, devo dire che il livello qualitativo medio è davvero elevato, il che spiega certamente la reputazione della città e la presenza, fra altri, del leggendario Philippe Etchebest, l’ “incubo in cucina” francese, che qui possedeva uno dei suoi famosi ristoranti, l’ “Hostellerie de Plaisance“.
Come ogni borgo medievale che si rispetti, Saint-Emilion sorge su un’altura (di pietra calcarea), è protetta de mura, si sviluppa intorno ad una piazza centrale e conta innumerevoli edifici militare e religiosi. La si visita a piedi in meno di un’ora, basta dotarsi di scarpe da tennis e inerpicarsi fra le viuzze irte che attraversano il centro storico.
Cosa dire di più ? Quello che colpisce è la densità di tesori artistici e architetturali e la loro perfetta integrazione nel borgo, che in tutti questi anni è riuscito a rispettarne l’armonia. Ecco qualche perla, oltre alle vestigia dell’antico convento dei domenicani che ci accoglie all’ingresso della città (foto di testa) :


Place du Marché (in basso) vista dalla terrazza della Tour du Roi (in alto).
Qualche scatto...
Dove mangiare :

Se non volete svenarvi da Philippe Etchebest (e soprattutto se non avete prenotato 6 mesi prima), non vi preoccupate: la città ospita ristoranti carinissimi dove si mangia mediamente bene e a prezzi buoni. Io ero stata al “Le tertre“, dove mi avevano sistemata nella cantina, come si vede dalla foto.
La carta mette in valore i piatti tipici regionali e offre, naturalmente, una scelta dei migliori vini della zona. Prodotti freschi, ben cucinati e ben presentati, per un buon rapporto qualità-prezzo ed un quadro decisamente gradevole. E’ possibile mangiare all’esterno sulla piccola terrazza che dà propio sulla viuzza, ma è un po’ stretta.
Cosa c'è da comprare ?
Direi essenzialmente il vino (e tutti gli articoli da degustazione associati) e i macarons di Saint-Emilion, che si distinguono da quelli tradizionali perché fatti con pasta di mandorle.
Per quanto riguarda il vino c’è l’imbarazzo della scelta, ci sono enoteche ovunque e di solito effettuano spedizioni (anche all’estero) con tariffe interessanti.
I macarons di Saint-Emilion, invece, li trovate solo qui : prodotti anticamente dalle suore Orsoline che raccoglievano le mandorle nel XVII° secolo, prima che i vigneti occupassero tutte le terre circostanti, oggi sono prodotti dall’impresa famigliare Matthieu Mouliérac, che ha voluto dare continuità alla ricetta di nonna Jeanne aprendo questo laboratorio artigianale assolutamente meraviglioso nel 1986 (foto a sinistra). Il laboratorio produce altre ghiottonerie, come i canelé di Bordeaux (clicca qui per leggere il mio articolo su Bordeaux) e i craquants alle noccioline. Sul loro sito internet trovate tutti i dettagli.

Saint-Emilion è una grande galleria di boutique : ovunque, nel centro storico, potete trovare enoteche, negozi di abbigliamento e artigianato locale, soprattutto gallerie d’arte.
Il periodo migliore per visitare Saint-Emilion è appena prima della vendemmia, quando i campi sono verdi e rossi di vigneti e le vigne grondano di acini in attesa di essere raccolti.
Spero di avervi dato un po’ di voglia di visitare questo incantevole angolo di Paradiso.
Buona visita !
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